La Storia del Palazzo

Nel XIII secolo in corso Vittorio Emanuele sorgeva un castello turrito e fortificato di proprietà dei Vistarini, famiglia potente e ricchissima. Agli inizi del '500 Lodovico Vistarini, valente capitano di ventura al servizio di Prospero Colonna e di Francesco Sforza, rifece in parte il palazzo che rimase tale fino a che i Barni, famiglia nobile forse di origine spagnola, lo acquistarono nel 1672.

Nel 1698 Antonio Barni commissiona all'architetto Domenico Sartorio il rifacimento di parte del vecchio edificio, facendo arrivare artisti come Robert De Longes,Sebastiano Galeotti, i quadraturisti Natali e decoratori da Piacenza, regno dei Farnese, dove il fratello Giorgio era vescovo. I lavori si concludono nel 1708 ad opera di maestranze lombarde.

Il palazzo è uno degli edifici più importanti di Lodi, imponente nella sua severa struttura barocca.

La facciata lunga 50 metri ed alta 16 perfettamente simmetrica e sobria è ingentilita da lesene e dalla graziosa eleganza delle balaustre dei balconi in ferro battuto sopra i 3 ingressi, di cui quello centrale è enfatizzato da due semicolonne ioniche marmoree di colori differenti.

In origine era dotato di portici esterni, poi eliminati nel 1821 quando il conte Giovanni dovette rinunciare alla proprietà dell'area ed al marciapiede davanti al palazzo; lo spazio venne delimitato da paracarri e da spranghe tolti definitivamente nel 1835.

L'edificio si sviluppa su 3 piani fuori terra ed un seminterrato per una superficie di circa 3.500 metri quadri, due cortili interni ed un giardino.

Il cortile d'onore si presenta, entrando dal portone principale, sulla sinistra ed è circondato da un portico sorretto da colonne in granito e volte a vela lungo i due lati. All'incrocio del colonnato si presenta un portale che immette nel giardino su cui si affacciano le altre ali dell'edificio, tra cui le scuderie, gli alloggi, un tempo del personale e le grottaglie, finte grotte decorate con stalattiti, coralli, conchiglie e statue di nudo in pose teatrali e luogo di frescure per i getti d'acqua che fuoriuscivano da più parti, tipici dell'epoca barocca.

L'altro cortile, definito di servizio, serviva per l'accesso delle merci.

Il piano interrato, che si trova solo nella parte di edificio sul fronte corso Vittorio Emanuele, mostra le sue caratteristiche medioevali con volte a botte in mattoni, areato da bocche di lupo e presenta una cisterna ed un vano adibito a ghiacciaia

Il piano terra, solo nella parte sul fronte strada è caratterizzato da un soffitto con volte a vela e unghie sulle finestre.

Le scuderie, che si affacciano sul giardino, si presentano con la tipica struttura seicentesca con colonne in granito e volte a vela in un locale, e a botte, nell'altro.

Dal vestibolo dell'edificio principale si accede al primo piano nobile attraverso uno scalone d'onore molto ampio e coperto da un soffitto a volta decorato da un affresco mitologico dipinto da R. De Longes, detto il fiamminghino ed attivo anche a Milano in palazzo Archinti, racchiuso in una complessa incorniciatura in stucco. Da qui si accede al salone d'onore a doppia altezza e ampio mq 140, che ha un altro affresco mitologico sempre di De Longes, incorniciato da una raffinata cornice in stucco costituita da un profilo ovale formato da un festone di frutta e verdura e fiori avvolti da un nastro; lo stucco nel barocco è utilizzato per funzionalità decorative per esibire la ricchezza della famiglia. Direttamente sulla destra troviamo la piccola cappella interamente affrescata con una decorazione policroma ad ornamento architettonico ed in volta, dentro una cornice in stucco bianco con finiture in oro, viene rappresentato "San Felice di Cantelice in gloria incoronato da un angelo" di S.Galeotti, pittore attivo nella rocca Farnese a Sala Baganza.

Sempre a fianco del salone principale sul lato strada troviamo tre sale in cui le volte sono affrescate dai quadraturisti Natali ed al centro da De Longes fingendo un'architettura che si apre e scopre il cielo con differenti balconate che attorniano le tre virtù, Fede, Speranza e Carità, tipiche del barocco.

In altre parti del palazzo, gli appartamenti presentano sale con importanti soffitti a cassettoni e fasce decorate o completamente affrescati come l'alcova dove soggiornarono alcuni regnanti.

Nel palazzo sono stati ospiti importanti personaggi quali Carlo V, Filippo di Spagna e Massimiliano d'Austria.

Il palazzo è stato di proprietà Barni fino al 1938.

Palazzo Barni - Corso Vittorio Emanuele II, 17, 26900, LODI
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